Avete visto la pubblicità con la merendina che piove dal cielo?

E poi…ricordate la pubblicità che girava in maniera assillante diversi anni fa, in cui un signore veniva ringraziato, apparentemente senza motivo, da chiunque incontrasse lungo la strada?

Una pubblicità sostenuta dall’allora governo Berlusconi, nata con lo scopo di promuovere e sostenere i consumi.

Il protagonista della nostra pubblicità veniva ringraziato dai passanti perché aveva comprato qualcosa, non si capisce bene cosa ma non è questo il punto.

Lo si ringraziava perché, grazie alla sua spesa, aveva sostenuto la produzione, contribuito alla crescita, allo sviluppo, al PIL del nostro Paese.

Nulla da eccepire nell’ottica consumista e di crescita economica indispensabile.

Consumo ergo sum

Oggi ripensavo a quella pubblicità e al fatto di come questa fosse tipicamente ingabbiata negli schemi moderni della concezione dell’economia e del mondo produttivo.

Non vi è spazio per la sobrietà, per la scelta di vivere con meno, senza cose superflue che magari non ci servono realmente. Secondo la pubblicità dovremmo avere bisogni che nemmeno sappiamo o sentiamo di dover soddisfare.

Tu compra, spendi perché così gira l’economia (e già su quest’ultima affermazione si sprecano le tesi di numerosi economisti pronte a confutarla).
Hai un cappotto? Non basta, prendine un altro e poi un altro ancora. La tua sveglia si è rotta? Non preoccuparti di ripararla, buttala e comprane una nuova.

Ma la domanda a cui quello spot risponde davvero è questa: pensi che ci sia qualcosa che tu possa desiderare e che noi non abbiamo ancora realizzato? Impossibile.

La merendina che piove dal cielo

Ed è qui che lego l’immagine un po’offuscata di quella pubblicità vecchia di molti anni ormai con lo spot del Buondì Motta. Quest’ultimo ha suscitato tanto scalpore di recente e porta letteralmente sullo schermo una merendina che piove dal cielo.

La bimba dello spot chiede (con tono stranamente altolocato per la sua età) se esiste una colazione «che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità».

La madre (e il padre nello spot successivo) risponde in maniera avversa, osando negare l’esistenza di una colazione così speciale, invocando un asteroide a colpirla nel caso in cui non stesse dicendo la verità e… BOOM. Un meteorite la schianta contro il suolo mentre la bimba rimane lì a guardare.

Nel sequel, dopo che il padre aveva chiesto alla piccola dove fosse finita la mamma, questa si ribella e lamenta piagnucolosa di nuovo la richiesta della colazione perfetta, stizzita dal mancato assecondarla della madre.

Il padre respinge la richiesta e l’asteroide fa secco anche lui. Come se ciò non bastasse, anche lo sfortunato postino, che si trova a consegnare delle lettere, azzarda la teoria secondo cui le colazioni così non possono piovere dal cielo e viene immediatamente travolto dalla famosa merendina in formato extra large che piomba dalle nuvole.

https://www.youtube.com/watch?v=Ji1zPk_N58A

Adesso, senza giudicare il contenuto della pubblicità e le polemiche sulla moralità dello spot che indubbiamente ha generato un effetto di marketing virale, proprio come desideravano gli autori, la mia riflessione è sulla domanda della bimba e sulla sua insistenza.

Il mondo edulcorato dove tutto è possibile

In questo mondo così edulcorato, dove esiste la medicina dello shopping come rimedio alla carenza (carenza di tante cose, felicità soprattutto), come è possibile che non esista una colazione con queste caratteristiche? E infatti lo spot risponde asserendo che solo il Buondì Motta può soddisfare questa richiesta e che i genitori, ahimè poco informati, possono anche togliere il disturbo se non riescono a garantire l’acquisto di questa merendina.

Basta chiedere qualsiasi cosa che essa può tranquillamente materializzarsi, anche cadendo dal cielo, perché il mercato offre una risposta a qualsiasi bisogno e in particolare il Buondì Motta conferma questa tesi schiacciando l’incolpevole postino come a dire: “ma non lo avete ancora capito che qui comando io? La bimba chiede e voi dovete comprarle il Buondì Motta, perché solo io sono così speciale da accontentarla e farla smettere di piagnucolare.

Mica siete voi che potete preparare qualcosa di più sano in casa, o che potete sostituirmi con qualcos’altro. Mica potete solamente pensare che esista un’alternativa più comoda, veloce, stra-zuccherata rispetto a me? Non avete capito che la piccola ha voglia di qualcosa di leggero, come se effettivamente comprendesse il significato di ciò che sta chiedendo. Comprate, regalatele una felicità effimera, ingozzatela di cibo industriale e poi zitti perché sono io a risolvere il problema.”

A ogni bisogno corrisponde un paniere di prodotti, a ogni bisogno latente corrispondono prodotti che lo faranno emergere, a ogni bisogno che ancora non è nato corrisponde un’idea che lo farà diventare reale e appagabile.

Dopo questi pensieri, andrò a dormire stanotte con una domanda che credo mi terrà sveglio a lungo (!): a quante cose posso rinunciare perché non mi servono realmente e soprattutto come vivrei eliminandole dalla ma vita?

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